the vegan blah blah

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giovedì 13 ottobre 2011

il s'agit de la vraie fourrure: feinte! parte 2

Il laboratorio/atelier Lorca (acronimo di Lavorazioni Artigianali di Renato Castro) si trova in una vietta nel comune di Corsico: via Brunelleschi 15.
Si capisce subito che non può essere la classica pellicceria, non per la riconoscibilità dei capi in vetrina, ma per una foto.
Per tre animaliste infervorate, vedere un cartello del genere riempie il cuore di gioia, soprattutto perché il messaggio non passa dai "soliti" attivisti.
Appena entrate nell'atelier, ci accolgono altri cartelloni con foto e messaggi contro le pellicce e una delle dipendenti, la signora Elsa (che sarà la stylist del nostro "servizio fotografico").
Il clima è fantastico, sono tutti una grande famiglia e la signora Castro, come poi mi dirà, considera le sue dipendenti come delle figlie.
La storia delle artigiane è pressappoco la stessa: vengono tutte da laboratori di pellicceria, ma, anche dopo anni, tutte sono state folgorate sulla via di Damasco e hanno deciso di non voler più essere parte di un'industria così crudele.
Elsa ci riempie di complimenti e ci fa subito vedere i capi: <<Qua c'è il visone, qua c'è l'astrakan, qua c'è la volpe>>, poi parte a razzo e comincia a scegliere i capi da far indossare a Simona e Cristina per le foto.




Il primo che ci fa vedere è un cappotto di cincillà naturale (ci spiega che naturale vuol dire che riprende il colore del manto dell'animale), il cappotto finito costa dai 390 ai 600 euro, se invece si vuole il capo su misura, il tessuto al metro costa 108 euro.

Ci mostra poi una giacca e un cappello in visone zaffiro, il cui tessuto al metro costa 98, 50 euro (il prezzo della giacca non me l'hanno detto perché era un capo su misura e varia dal metraggio di stoffa utilizzata).



Il terzo "pelo" che ci fa vedere è l'astrakan, per Simona uno rosso con maniche e collo in volpe e per Cristina uno nero con fascione in visone zeffiro.
La signora Castro poi mi spiegherà che l'astrakan è il tessuto di cui va più fiera perché il modo con cui viene strappata la pelliccia vera all'animale per lei è uno dei più ripugnanti.





Ci fa vedere, inoltre, i diversi tagli che può avere la pelliccia: un visone miele taglio classico (Cristina) e un visone miele taglio più giovanile e sportivo (Simona).




Dopo le pellicce ci fa vedere anche i montoni, fatti in ecopelle fuori e cincillà marrone chiaro e nero dentro.
Ci spiegano che il montone in pelle e pelo animale ha un peso non indifferente perché il cuoio è molto pesante; questo invece è molto caldo e leggero..un motivo in più per preferirlo.




L'ultimo capo che ci fanno vedere è un visone di una collezione privata fatto su misura.
Dalla foto potrete immaginare la faccia che abbiamo fatto quando l'abbiamo visto: se l'avessimo visto su una signora in strada, sarebbero sicuramente fioccati commenti pieni di disprezzo.



Qua si conclude la prima carrellata di immagini.
So che questo post desterà qualche polemica, tanti animalisti sono contrari anche alla pelliccia ecologica, soprattutto se è così somigliante; io non sono completamente d'accordo: cercare di far capire allo zoccolo duro delle estimatrici della pelliccia (a meno che non siano delle sadiche) che si può indossare lo stesso capo senza far uccidere e soffrire milioni di animali, può risolvere, se non eliminare, una delle più grandi battaglie del mondo animalista.
Quindi ben vengano posti come Lorca!
Nel prossimo post ancora qualche immagine e l'intervista alla signora Castro.

2 commenti:

  1. sembrano proprio veri..

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  2. sì, infatti all'inizio non ci volevamo credere che fosse ecopelliccia...però è così!
    speriamo che la gente inizi a comprare queste, piuttosto che quelle "vere".

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