the vegan blah blah

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giovedì 13 ottobre 2011

il s'agit de la vraie fourrure: feinte! parte 3

Lorca nasce come laboratorio artigianale che confezionava orsacchiotti di peluche fatti a mano, più di quarant'anni fa; dopo l'entrata sul mercato di prodotti cinesi, che abbatterono qualsiasi concorrente artigianale italiano per i costi infinitamente inferiori, i Castro decisero di riconvertirsi in fabbricanti di pellicce ecologiche.
Questa scelta fu dettata non solo dal fatto che i materiali e i macchinari per la produzione dei capi fossero gli stessi usati per gli orsacchiotti, ma per fornire un'alternativa senza crudeltà alle amanti della pelliccia.
Tutta la famiglia Castro è sempre stata contraria allo sfruttamento e alla barbara uccisione degli animali, soprattutto per un motivo futile come la pelliccia (<<E' una cosa orribile, che non ha nessuna utilità>> mi dice la signora).
<<Siamo una fabbrica indipendente, non ci appoggiamo a nessuno né per la lavorazione né per la distribuzione. Anzi, fino a qualche anno fa il sabato dovevamo far entrare la gente un po' alla volta in negozio, tanta era la richiesta e la fila fuori dalla porta, poi la crisi...>>.
Astrakan in diversi colori
La Castro mi dice che però della crisi non ha risentito il mercato, la pelliccia, sia vera che ecologica, non è un articolo che ha smesso di andare di moda, ma la gente al posto di comprarne una o due all'anno, ne compra meno.
Da quest'anno però la pelliccia ecologia sta tornando alla grande, anche i grandi nomi della moda hanno deciso di sperimentare il cruelty free, primo fra tutti Chanel, che già dall'anno scorso ha presentato le sue creazioni in ecopelliccia, e poi un altro nome che per noi animalisti è quasi una vittoria: Giorgio Armani.
Armani ha sempre strenuamente difeso il diritto alla pelliccia per le donne (come difendere il diritto al cibo e all'acqua), ma da quest'anno anche lui ha deciso di inserire più eco e meno fur, tant'è che Lorca, come altri, ha avuto difficoltà a reperire i materiali a causa dell'enorme richiesta dello stilista.
<<Signora, voi avete mai esposto al Mifur (ndr. fiera internazionale della pelle e della pelliccia che si tiene ogni anno alla Fieramilano di Rho)?>> la signora alza le spalle e mi risponde: <<No, mai. I pellicciai ci odiano e fanno di tutto per boicottarci, ci chiamano estremisti e ci trattano come se vendessimo stracci. Poi entrare in quel posto fa male al cuore, sia per la vista di così tanti animali uccisi tra mille sofferenze, sia per il menefreghismo con cui i clienti e i venditori parlano. Come se stessero vendendo e acquistando una cosa senza vita, senza pensare che quelli prima erano animali. Sa che ci vogliono 12 linci per fare un cappotto? Come si fa a dormire pensando di aver ucciso 12 animali liberi per una stupida pelliccia?>>.
Ce lo chiediamo tutti, signora mia.
Visone in diversi colori
Ogni tanto la signora mi interrompe chiedendomi se so come vengono tenuti e uccisi gli animali, io sorrido perché lo so, le ho detto di essere un'attivista, ma a volte se ne dimentica e con indignazione mi dice: <<Sa che in Cina scuoiano vivi cani e gatti per i bordi dei giubbotti? Infatti Moncler ci ha commissionato tanti giubbotti da bordare con pelliccia sintetica, perché la gente ormai lo sa! Altro che mongolian dog o parka, quelli sono cani che chiunque ha in casa. Sa come ammazzano l'agnello karkul per l'astrakan? Sa dell'elettrocuzione anale e vaginale?>>
Mi dice le la stilista è sua figlia, Paola Castro, vegetariana da una vita.
Dopo un po' mi viene spontanea una domanda: chi è la cliente tipo di una pellicceria come questa?
Volpe naturale
<<Sa, di solito sono donne dai 35 anni in su, alle ragazze la pelliccia non interessa (ndr. su questo avrei molto da obbiettare). La nostra pelliccia ha un'aspettativa di vita di 12/13 anni, al contrario di quella vera, che ormai è fatta veramente male (per abbattere costi e peso) anche dai grandi nomi della pellicceria, di cui si garantiscono al massimo i 2/3 anni>>.
Si ferma un attimo e poi mi dice: <<Le racconto un aneddoto: un paio d'anni fa due dottoresse dell'ospedale San Carlo sono venute ad acquistare dei capi qua in atelier; tornate al lavoro hanno fatto vedere i loro acquisti e poi hanno risposto le pellicce nei loro armadietti. La sera, quando sono tornate nello spogliatoio per cambiarsi e andare a casa, hanno trovato le loro pellicce tutte tagliate. Le avevano scambiate per pellicce vere!! Non era la prima volta che accadeva: tante clienti sono tornate in negozio con le pellicce danneggiate o imbrattate! Tante volte nemmeno io saprei riconoscere una pelliccia ecologica da una vera!>>
Lasciamo il laboratorio Lorca con una rassicurazione della signora: <<Le pellicce ecologiche stanno scalzando quelle vere, la gente ha iniziato a rendersi conto di cosa c'è dietro>>.


Noi lo speriamo tanto!

per tutte le informazioni e per visionare modelli e stoffe: http://www.shop.lorcasrl.it/ECOMM03/catalog_window.aspx


3 commenti:

  1. a me la pelliccia proprio non piace, mi fa un po' impressione, però questa famiglia è da ammirare!

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  2. Un'azienda come questa è senz'altro da ammirare.
    Però... però personalmente penso che anche confezionare ed indossare una pelliccia ecologica possa continuare a diffondere un messaggio sbagliato o, quantomeno ambiguo e cioè che sia bello indossare qualcosa che assomigli al pelo di un animale.
    In passato ho avuto un giacchetto di pelliccia ecologica e nell'armadio adesso ho ancora una borsetta in finto pelo nera. E' carina, ma non ho più coraggio a metterla perché, anche se finta, temo che possa veicolare comunque un messaggio sbagliato.
    Tu che ne pensi?

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  3. leggo ora, perdonami.
    mah, io penso invece potrebbe essere la sacrosanta alternativa che lo zoccolo duro della pelliccia può apprezzare, nel senso che è inutile mettere una tipa biotta, vedi canalis, che magari manco ci crede a dire "meglio nuda che in pelliccia"..io preferirei vedere un pelliccia ecologica e dire "ecco la valida alternativa, anzi, questa è pure meglio! che scusanti avete ora?".
    è tutta una questione di mentalità, va cambiata, ma nel verso giusto,
    scusate il francesismo, ma la passera di un'attrice di certo non salva milioni di animali dal finire pelliccia

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